Grandi discussioni e manifestazioni sul riarmo. Fronti politici divisi, la mia famiglia lacerata e amletici dubbi. Proseguire con una mentalità pacifista oppure arrendersi alla necessità di difesa da una guerra voluta dagli altri, i cattivi. Fin qui ci limitiamo alle solite diatribe general generiche masticando durante il telegiornale o peggio al secondo giro di spritz. No, invece ragioniamo di posti di lavoro, di centinaia di destini lavorativi proprio nella nostra zona. Tre esempi.
La Berco di Castelfranco sta per licenziare 150 lavoratori, i suoi cingolati per uso civile non tirano più e quindi tagliano sull’occupazione. La Cisl ha però una proposta: perché non riconvertiamo questi cingolati per carri armati o per un altro uso militare? Ci sono buone possibilità. Cgil scettica.
Sempre a Castelfranco sulle ceneri della Simmel che fabbricava esplosivi è nata la Faber che si era specializzata in bombole di ossigeno. Crisi e ora si è riconvertita nella produzione di bossoli e ogive.
Poi andiamo all’Iveco di Vittorio Veneto. Qui si costruivano pullman ma anche quelli sono andati in crisi adesso è arrivata una commessa salva occupazione di 160 mezzi militari destinati all’esercito americano. Mi fermo.
E vi spiazzo con una delle osterie tradizionali più in voga a Verona, è il “Carro Armato”. In un palazzo trecentesco, cucina semplice. Un consiglio: la “pearada”.
Cosa c’entra con il riarmo? Niente ma potendo scegliere…