Il Comune di Mogliano Veneto ha premiato sei cittadini “benemeriti”. Una bella tradizione che ogni anno gentilmente ringrazia persone che si sono spese e hanno dato lustro alla comunità. Stavolta diamo spazio ad Anna Trevisan che gestisce la gelateria sul Terraglio. Per tutti è solo Anna, la figlia di Fernanda e Sergio e proprio a loro lei vuole dedicare questo riconoscimento. Per noi è l’occasione di una chiacchierata un po’ nostalgica mentre tintinnano le tazzine del caffè e riesco a farla sedere per un intero quarto d’ora.


Lo sapevi del premio vero?

 Ma no, è arrivato il messo comunale con la busta. Una sorpresa. Bella, non me l’aspettavo e poi è per “l’accoglienza”. E questo mi è piaciuto ancora di più. Non è un riconoscimento solo professionale, il locale, i prodotti, ma è quasi un omaggio all’atmosfera a…

Sì, sottoscrivo è un posto unico, privo di nevrosi, niente musica tum tum, niente aliti pesanti da alcol.

La mia clientela, ma anche l’avventore occasionale, viene qui e si rilassa, chiacchiera molto e poi, se permetti sono contenta dei miei gelati, dei dolci e dei miei tramezzini.

A proposito con il caffè desidererei un biscottino alla cannella. Anna però vorrei fare un salto di cinquantacinque anni, al 1969.

È l’anno in cui comincia l’avventura dei miei in piazza. L’Inter Bar. In poco tempo diventa forse il locale più frequentato del paese. Arrivano le ordinazioni perfino dal municipio, mi ricordo i vassoi portati (e rabaltai) su per le scale e le maledette porte a ventola. Molte giunte proseguivano da noi, infatti il bar aveva una saletta dove vari gruppi si ritrovavano, soprattutto sportivi, tutto molto giocoso, ricordo vagamente una comparsata di Helenio Herrera.

Diventa per tutti “dalla Fernanda” e nell'ottantadue gran rinnovo del locale.

Sono anni di intensa attività ma anche di belle soddisfazioni. Per darti l’idea nei giorni di grande affluenza dovevamo fare 300 tramezzini. Pazzesco. Per i gelati ci aiutava Nani Bugin, un uomo buono, e pensa avevamo anche un barman per i cocktails…

Ma nell'88 cambia tutto. Il grande salto.

Eh già, attraversiamo il Rubicone, andiamo al di là del Terraglio. Grandi lavori, svuotiamo l’edificio, nuova abitazione, nuovo locale. Molto faticoso e difficile. Riusciamo ad aprire nel ‘91 e anche quello non è facile.

In che senso? Sono solo cento metri…

No, è un altro mondo. Cambia la clientela, per un paio d’anni fatichiamo. Ci salvano quelli che passano dal Terraglio e si fermano e soprattutto quelli dell’Astori. Ti ripeto un passaggio duro specie per i miei.

Lo so che vorresti sempre parlare di loro, Fernanda e Sergio, e lo so che l'accoglienza l'hai imparata da loro. Ma ti costringo a sorridere. Voglio un paio di episodi da dare in pasto ai lettori.

Uno e basta. Una volta due macchine sono piombate davanti al nostro ingresso e sono scesi sei o sette tipacci con il mitra spianato. Roba da infarto. Poi sono entrati e gentilmente hanno ordinato dei caffè. Era la scorta di un magistrato che abitava qua vicino. Si sono scusati ma non potevano lasciare le armi in auto.

E ospiti famosi?

Beh, più che un ospite era un cliente fisso. Red Canzian e la moglie, avevano un figlio a scuola qui all’Astori. Gentili e affezionati, però una volta a momenti…insomma porto fuori le brioches appena sfornate, bollenti, e lui ne prende una subito. Bagno, ustione sulle dita…

Pensa che se l'avesse assaggiata avresti sulla coscienza un'ugola milionaria.

Comunque, adesso comincia la stagione dei gelati, freddi, e la clientela preferisci stare fuori nella veranda al fresco. Ricordati di scrivere che ho avuto delle collaboratrici fantastiche.

E sguscia via, finito il quarto d’ora. Io comunque preferisco stare in quella specie di caffè triestino che è la sala interna, sentire le chiacchiere, luci sfumate, guardare le mostre appese e controllare Anna mentre porta un nuovo dolce nella vetrinetta. Tiepido spero.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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