Non è un resoconto di una violenta manifestazione in cui è stata bruciata l’effige del (della) Presidente del Consiglio ma la cronaca timida di quello che è successo nel tranquillo borgo di Meduna. Zona Motta di Livenza.
Ieri o ieri l’altro. A metà Quaresima si brucia la “vecia”, tradizione ancora diffusa ed è solito precedere questo simbolico rogo con una specie di processo con lazzi e spiritosaggini verso i politici. Famoso quello di Treviso a Ponte Dante ma è stato celebrato anche a Mogliano.
A Meduna fanno le cose in grande. Ci sono due enormi fantocci che vengono portati in giro per il paese e sbeffeggiati nelle vie perfino davanti alle scuole e infine alla sera, in piazza vengono appunto bruciati. Qual è il problema? Che i due pupazzoni rappresentano Trump, prevedibile in tempo di dazi, e il nostro (la nostra) Presidente del Consiglio. Corto circuito e proteste? Ma no, ad accompagnare l’ironico corteo è il sindaco eletto nelle fila dello stesso partito del (della) premier. A questo punto come uscire dall’impaccio? Come giustificare un rogo che in una manifestazione, magari cittadina, avrebbe suscitato scandalo? Ecco il capolavoro del sindaco “Non me ne voglia nessuno, ma in questo caso il fuoco distrugge tutti gli elementi negativi attorno ai due personaggi, favorendone auspici positivi…verso un futuro più dolce e roseo e si spera ricco di risultati incoraggianti”
Gli italiani sono i geni del possibile.