I migliori liquori della nostra vita. Non i migliori anni forse ma qualche goccetto ha aiutato. Cominciavamo da prestissimo: da piccolini la mamma, se eravamo debolucci, al mattino ci avrebbe dato un po’ di “vov” magari mescolato al latte. Tirava su, era un liquore dolciastro color uova non freschissime e si sosteneva che fosse un toccasana contro il rachitismo. Lo aveva inventato il signor Pezziol di Padova ma poi ci torniamo. Sempre da piccoli i ragazzini avevano i vermi e il rimedio indicato era la “grappa con lo zucchero”, la teoria era che lo zucchero attirava i vermi e la grappa li fulminava. Fulminava pure noi però.
Da giovinotti approdammo ai liquori esotici con prezzi accessibili, tutti ricordiamo il Fundador, la Vecchia Romagna e lo Stock 84. Variante aperitivo o digestivo: il Punt e Mes.
Nella piena maturità arrivò la grande stagione degli amari. Una cena non poteva finire senza un bicchierino di Petrus, Jagermaister (pronuncia incerta). Con questo passaggio alcolico colorato di scuro la virilità era assicurata. Il Fernet, anzi il corretto Fernet, andava molto anche al mattino, ricordo perfettamente in stazione le martellanti ordinazioni dei pendolari verso Mestre – Marghera.
Perché tutta questa nostalgia etilica? Perché l’altro giorno è morto Rino Dondi Pinton inventore del “Cinar”, “l’antidoto al logorio della vita moderna”, stessa distilleria del nonno, quello del “vov”. Lui comunque è morto a 103 anni, non pochi. Il suo testimonial più famoso, Ernesto Calindri, ve lo ricordate in mezzo al traffico di Milano, lui è andato avanti fino ai novant’anni.
Dubbi salutisti?
Treviso 26 03 2025 – Quanti ricordi…