Nel corso dei miei studi universitari in campo giuridico ho imparato molte cose riguardo alla tutela dei diritti, ma soprattutto ho imparato come combattere chi questi diritti li viola.
E anche se molti pensano che un mezzo efficace per la prevenzione dei reati sia l’inasprimento delle pene e una repressione più severa, la storia e le esperienze giuridiche passate smentiscono tale teoria. L’unico mezzo utile alla prevenzione dei reati non è la paura delle conseguenze e delle pene che verranno inflitte al condannato, ma piuttosto l’educazione alla legalità.
Prendiamo come esempio gli Stati Uniti, un paese di riferimento mondiale ma nel quale, purtroppo, vige ancora la pena di morte in molti dei suoi stati. Pur essendo una delle nazioni più severe dal punto di vista penale, dagli Stati Uniti ci arrivano quotidianamente notizie agghiaccianti, come le numerose sparatorie nelle scuole americane o gli attentati a personaggi pubblici, come lo stesso presidente.
Mentre gli stati con meno criminalità al mondo sono la svizzera e l’islanda (quest’ultima non è nemmeno dotata di un esercito regolare), dove viene commesso un omicidio ogni 10 anni.
Questo come mai? E’ evidente che l’inasprimento delle pene e la severità delle autorità giudiziarie non sono la soluzione alla criminalità.
Dunque rabbrividisco quando leggo che qualche partito, come Fratelli d’Italia, raccoglie firme per delle proposte alquanto pericolose e minacciose, come “inasprimento delle pene per resistenza a pubblico ufficiale” o “inserimento del reato di rivolta in carcere”.
Credete veramente che i detenuti facciano rivolte per puro divertimento? No, lo fanno per disperazione, lo fanno perché molto spesso si trovano confinati con altri 5 detenuti in una cella predisposta per soli 3 detenuti.
Il carcere non deve essere un luogo di punizione vendicativa ma di rieducazione, perché se continuiamo così i detenuti che usciranno saranno peggio di prima.
Per quanto riguarda invece le forze dell’ordine, non c’è alcun dubbio che esse svolgano un servizio importantissimo per il nostro paese, e per questo ne siamo immensamente grati.
Ma le proposte volte a fermare le aggressioni contro le forze dell’ordine non sono altro che una maschera che vergognosamente nasconde un intento ben più squallido, quello di rendere la nostra società più autoritaria e meno libera.
Perché se è vero che la maggior parte delle forze armate sono oneste e probe, è anche vero che molte altre approfittano del proprio ruolo ed abusano del proprio potere. Non dimenticheremo mai le vili aggressioni della polizia contro i cortei studenteschi a Firenze, Roma, Pisa e Bologna: poliziotti che barbaramente prendevano a manganellate manifestanti pacifisti per reprimere la protesta.
Questo è abuso, questo è inaccettabile.
Nuovamente viene smascherata la strategia politica della destra, che come mezzo di consenso conosce solo la paura e il populismo, anche sfruttando una parte importantissima della nostra società come le forze dell’ordine.
Dunque invito tutti i lettori a diffidare da proposte e raccolte firme come queste, diffidate da proposte generiche come “maggior tutela delle forze dell’ordine” e “più strumenti di difesa” perchè sono semplici pretesti per ottenere più potere arbitrario e limitare le libertà personali. E tutto questo cercando l’approvazione di noi cittadini, ma di fatto ingannandoci.