sorgente fiume zero

La siccità sta di fatto modificando anche la nostra geografia. Non cambiano solo abitudini e cultura ma si modificano anche i paesaggi a cui eravamo abituati. Questo vale anche per i nostri piccoli fiumi come lo Zero.

Lo Zero appartiene con il Dese, il Marzenego, il Sile al gruppo dei fiumi detti di risorgiva e tutti e quattro nascono in una ristretta zona tra Castelfranco e Resana. Nascono, anzi nascevano, da piccole polle, da vasche in cui l’acqua riaffiorava trovando finalmente un terreno permeabile. Una zona meravigliosa purtroppo messa in crisi da un’agricoltura invasiva e mantenuta integra solo nella zona del parco dove sgorgava il Sile.

Adesso la situazione è precipitata. Molte risorgive si stanno prosciugando lasciando spazio a vuoti nemmeno più fangosi.

La stessa brutta aria (secca) tira in altre zone come alle “Fontane bianche” di Villorba da dove filtravano le acque del Melma e del Botteniga, verdi affluenti del Sile. La situazione dello Zero, in verità, era già compromessa e ormai è diventato un ex fiume di risorgiva ed è alimentato da canali irrigui posti a sud di Castelfranco.

Inutile dire che tutta la fascia delle risorgive si assesterà su un’altra linea e l’arrivo di acqua costante, benedizione dei nostri fiumi, non sarà più lo stesso.

Osserviamo per rallegrarci anche un altro fenomeno quasi beffardo. Tutte le opere per contenere piene (argini, invasi…) diventano quasi inutili. Anzi il problema non è difendersi dall’acqua ma immagazzinarla e metterla a disposizione per l’irrigazione. Sempre sullo Zero suggeriamo una malinconica ispezione alle oasi costruite sullo Scolo Zeretto, sul Rusteghin e sul Zermanson, diventano rugose e silenziose ogni giorno di più. Porsi delle domande su come verranno riempite nei prossimi mesi è inevitabile.

Riva secca

La domanda, ancora più grande, da porsi è su come cambierà l’agricoltura. Meno idroesigente? Con diecimila laghetti (promessi) in più? E più a monte, non è il caso dello Zero, come si risolverà il contenzioso eterno tra le esigenze dell’idroelettrico (dighe, centrali) e le quote di irrigazione? Pensate al Piave…

Sbarramento cuneo salino

Ma le preoccupazioni non sono finite. Seguiamo il nostro placido Zero e nella zona di Altino già ci sono allarmi per la risalita del cuneo salino, non grave come per il Brenta ma di fatto in aumento. Nel nostro piccolo fiume, per fortuna, c’è già un impianto che il preveggente Consorzio ha realizzato proprio vicino all’idrovora Carmason. Un’opera di barriera contro le maree saline in anticipo sui tempi che adesso si rivela indispensabile.

Lo Zero è il nostro test su quanto succede, sul cambiamento climatico, sul come cambierà in parte il nostro modo di vivere. Osservarlo, docile, e ringraziarlo seduti su un argine erboso può cambiare il resto del mondo.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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