Nella tarda sera del 14 marzo, con 14 grandi centigradi di temperatura e la prima, tiepida pioggia dopo mesi di assenza di precipitazioni, mi trovavo a transitare con l’auto attraverso la bonifica di Millepertiche. Costeggiavo un canale e l’asfalto illuminato dai fari era lucente: una condizione ideale per i rospi e per le rane verdi dei fossi di abbandonare la quiescenza invernale e migrare verso altri fossi e scoline della campagna, in cui riprodursi.

Ebbene lungo un percorso di almeno quattro chilometri, ho potuto osservare (ed evitare) ben due rane e nessunissimo rospo.

Due rane!!!

Beh, che significa questo? Chiederà il cittadino curioso e impegnato a seguire i destini delle banche americane assai più dei suoi. Oh, beh, significa semplicemente che le rane si stanno estinguendo dai nostri fossi e che i rospi, estinti lo sono già.

Significa che abbiamo sporcato le acque (le poche che ristagnano nei fossi e nei canali di bonifica) con una quantità tale di reflui di diserbanti, concimi e fogne, che non esistono più le condizioni minime per la sopravvivenza di organismi sensibili come sono gli anfibi. Sensibili al punto da poter essere considerati indicatori di qualità dell’ambiente idrico.

Ma chisse ne frega!!! Obbietterà un po’ seccato il cittadino veneto imbattutosi casualmente in queste notizie allarmistiche. Chisse ne frega delle rane: c’è l’inflazione che ci mangia i salari, c’è una guerra che stanno facendo pagare soltanto o soprattutto ai meno abbienti, tra poco mancherà anche l’acqua potabile perché non piove più e ci toglieranno la corrente perché serve alle Olimpiadi di Cortina per innevare artificialmente le piste e tu vieni a parlarci delle rane e dei rospi?

Ma che cavolo ti passa per la testa!

Eh, caro Lettore sensibile, dovrebbe invece fregartene e per una ragione molto semplice: perché quelle viscide rane e quei rospacci schifosi erano le sentinelle della tua salute. Delle tue acque pulite: quelle in cui hai imparato a nuotare da ragazzino e che ora devi assolutamente evitare, perché se ti ci bagni finisci dritto all’ospedale.

A questo punto, però, il Lettore veneto medio e sensibile, s’incazza di brutto.

“Ma scusa, non dovevi parlarci della Sesta estinzione!?

Tigre siberiana

Non dovevi fare l’Alberto Angela o il Mario Tozzi di turno e parlarci delle rarissime tigri del Bengala? Cosa cavolo c’entrano i rospi con la Sesta estinzione?”

E allora chi scrive, punto sul vivo (il divulgatore punto sul vivo può diventare vagamente feroce) si sente in obbligo di reagire dicendo a sua volta:

E’ vero, avremmo dovuto prendere il giro largo e cominciare dalle savane africane (che tanto di quelle non frega niente a nessuno) e invece abbiamo pensato di cominciare da una strada di bonifica percorsa nottetempo sotto la pioggia. Anche perché ci sembrava più romantico; il che non è poco per attirare la tua attenzione di Lettore sensibile.

Ci sembrava, insomma, che parlando della semplificazione faunistica dell’ambiente di casa nostra, come indizio vago e labile della catastrofe ecologica planetaria, chiamata “Sesta estinzione”, potesse insomma essere più efficace. E invece ci siamo sbagliati: tu volevi che ti parlassi dell’Amazzonia, dei Gaur birmani (a proposito, lo sai vero cosa sono i Gaur birmani) e dei Lemuri del Madagascar; delle foreste del Congo e dell’Okapi o del Damalisco del Capo (non il tuo capo reparto!).

Ma vedi, caro Lettore, le grandi catastrofi planetarie che per grande responsabilità del Capitalismo trionfante (quello della Sylicon Valley Bank, che tu conosci benissimo) si stanno consumando e che si abbatteranno come slavine di Rigopiano sulle generazioni dei tuoi nipotini adorati, hanno sempre una dimensione locale. Una dimensione apparentemente banale e altrettanto apparentemente trascurabile, eppure foriera di pessimi presagi.

Riflettici su un momento e, nel frattempo, Buona Sesta estinzione.

Michele Zanetti
Michele Zanetti vive vicino alle sponde del Piave e di acque, terre, esseri viventi si è sempre occupato. Prima come "agente di polizia provinciale" e adesso come naturalista a tutto tondo. È stato il cofondatore di un attivo centro didattico "il Pendolino" , ed è l'autore di una cospicua serie di libri su temi ambientali di cui è anche capace illustratore. ha intrapreso anche la via narrativa in alcune pubblicazioni recenti.

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