Decidiamo subito di parlare di politica. Lucio come tutti gli altri amici di Ugo è commosso e ancora segnato da quanto è successo, ma gli chiedo uno sforzo. Vorrei che ricordasse la figura di Ugo dal punto di vista storico, di mettere a fuoco la sua avventura amministrativa, di lasciare stare per qualche momento le emozioni e fissare l’importanza di Ugo Bugin per Mogliano.

Quando hai conosciuto Ugo?

Abitavamo da ragazzi nello stesso quartiere, l’Ovest, pensa che è stato il quartiere che ha dato più sindaci a Mogliano. A cominciare da Bepi Marton, le due famiglie, i Bugin e i Marton, abitavano nella stessa via. Poi anche Tegon, Zanardo, Bottacin e adesso ci abita anche Bortolato l’attuale sindaco.

Lui era del ‘50 quindi comincia prestissimo. Entra nel Partito Comunista con Pio Endrizzi, l’amico di sempre, e altri compagni e conquista subito la fiducia dei più anziani.

Ugo e Pio

La palestra politica di Bugin furono le case popolari di via Torino, ricordo i suoi primi comizi sulla montagnola di quel villaggio operaio

È deciso, brucia tutte le tappe diventando segretario a poco più di vent’anni. Stesso record quando diventa prima vicesindaco nel ‘75 e poi sindaco due anni dopo a 27 anni.

Scusa ti posso chiedere di rievocarci la Mogliano politica di quegli anni. È passato quasi mezzo secolo.

È l’epoca in cui si passa dalla Democrazia Cristiana alla fiammata del compromesso storico. Mogliano è un laboratorio politico di avanguardia e Ugo ne è uno dei protagonisti. Si parla di Mogliano anche a livello nazionale. L’Espresso ci dedica un articolo.

Quindi Ugo diventa amministratore a pieno titolo?

Beh, sì la data importante è il ‘75. Si forma una giunta di larghe intese, dalla Democrazia Cristiana al Partito Comunista. Bugin diventa il vicesindaco di Cora Bellio, democristiana con un passato da partigiana. Però due anni dopo cambia tutto.

Sì nel ‘77 Ugo diventa sindaco con uno schieramento di sinistra (PCI, PSI, PRI, PSDI).

Scusa non mi è chiaro questo passaggio.

Ti spiego, Ugo, aldilà di ogni passaggio, così l’hai chiamato tu, è sempre stato orientato per la formazione di giunte di sinistra, su questo è sempre stato coerente.

Inizia così la stagione Bugin, sindaco per otto anni mi pare?

Sì dal ‘77 all’85. Mi permetto di dire che sono gli anni più importanti, Mogliano cambia, ti faccio un breve elenco.

La variante al Piano Regolatore modifica l’impostazione di Bepi Marton che era quella di trasformare la città in un centro di 60.000 abitanti; il tutto viene ridimensionato anche se si continua con l’edilizia popolare.

Con il contributo dei suoi assessori realizza importanti opere per la collettività, nuovi centri sportivi di quartiere, l’asilo nido, il centro anziani, lo stadio comunale e l’ampliamento del Distretto Socio-Sanitario

Ti fermo un attimo, solo interventi strutturali?

Interventi strutturali che promuovevano la crescita sociale di Mogliano. Ugo ripeteva e lo aveva trasformato nel suo slogan personale che “Mogliano non deve essere una città dormitorio”. Quindi sono anni di iniziative che vanno in questa direzione. Si sviluppano attività culturali, sociali e sportive con il contributo di molte associazioni che ancora oggi girano a pieno regime come, la SOMS, gli Amici della Musica, la Polisportiva, la Pro Loco e i Centri Estivi.

La città assume nel suo insieme quell’aspetto che adesso conosciamo. Sono gli anni migliori di Ugo che sceglie ostinatamente di restare a Mogliano, non ha ambizioni “foreste” regionali o nazionali. Gli piaceva troppo quello che faceva.

Però la politica nazionale gli fa un bello scherzo lo stesso. Socialisti e comunisti, Craxi e Berlinguer, non vanno d’accordo e anche Mogliano cade come un birillo…

Sì, nell’85 Ugo torna all’opposizione e la guida come capogruppo fino al ‘90 dove c’è un nuovo ribaltone. Giunta DC-PCI con Zanardo sindaco, dura due anni. Poi c’è l’epoca Bottacin e anche qua Ugo fa l’assessore al bilancio fino al ‘95. E sono vent’anni di esperienza amministrativa. Quasi un record per Mogliano.

Ma Ugo nel partito…

Ugo era un amico. Voglio rendergli omaggio per quello che era veramente: un uomo leale, schietto, diceva sul muso quello che pensava ma manteneva sempre stima e rispetto anche verso quelle persone che la pensavano diversamente da lui.

Era un uomo che ha amato profondamente la “Sua Mogliano”.

3 COMMENTS

  1. file:///C:/Userfile:///C:/Users/ALESSANDRO/AppData/Local/Packages/microsoft.windowscommunicationsapps_8wekyb3d8bbwe/LocalState/Files/S0/1/Attachments/20230117123312[3969].pdf.

  2. solo per ricordare che altra opera pubblica ( anche se di incerto valore economico/mediatico ) venne realizzato in quel periodo.
    Per esempio la sede della nuova Biblioteca Comunale con relativa intitolazione.
    Allego, per comodità di chi vorrà leggerla, copia della delibera di giunta comunale.
    Alessandro G.

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